Per poter esercitare il proprio diritto di cittadinanza occorre essere consapevole e competente. In un mondo che punta sempre più alla dematerializzazione e alla migrazione verso il digitale, essere impreparato in tal senso significa sprecare occasioni, frustrare la propria possibilità di azione, rinunciare alla partecipazione attiva. Lo sviluppo delle competenze digitali è dunque un requisito imprescindibile per la realizzazione dei propri obiettivi sul piano economico-sociale, sul piano dell'inclusione e dell'esercizio dei diritti democratici. Il neologismo "cittadinanza digitale" trova la sua ragion d'essere nel fatto che per poter compiutamente partecipare alle dinamiche sociali, economiche e politiche bisogna saper usare gli strumenti adeguati. Nella società della conoscenza i diritti e i doveri vanno di pari passo alla capacità di accedere ai luoghi dove i diritti e i doveri si possono esercitare e alle competenze tecniche che concretizzano tale esercizio. Certamente è compito delle istituzioni costruire le condizioni per l’uguaglianza delle opportunità nell’utilizzo della rete e per lo sviluppo di una cultura dell’innovazione, eliminando ogni forma di asimmetria e di esclusione nel flusso dei saperi e delle informazioni, ma è altrettanto importante che coscienziosamente il cittadino comprenda la necessità di formarsi e di adeguarsi a scenari che cambiano molto velocemente. La cittadinanza 2k si acquisisce maturando consapevolezza e si esercita sviluppando competenze. C'è bisogno di consapevolezza per capire quali grandi opportunità possono offrire l'e-government e l'e-democracy e c'è bisogno di competenze per potersene avvalere e per sfruttarle appieno. Solo un cittadino consapevole e competente può usufruire di tutti i servizi online che la pubblica amministrazione mette a disposizione. Solo un cittadino consapevole e competente è in grado di esigere la trasparenza che le tecnologie informatiche possono offrire consentendo un maggior controllo dell'azione governativa. Solo un cittadino consapevole e competente ha coscienza che esistono strumenti di partecipazione diretta alla gestione della cosa pubblica, pretendendo perciò di essere consultato al fine di diventare parte attiva e integrante del processo decisionale e legislativo.